Questo piccolo uccello viene dall'Africa (Sud Africa) per intenderci, è di passaggio sul Polcevera per andare a Nord verso l'Islanda e Finlandia.

Ha dovuto affrontare di tutto: cacciatori, inquinamento, venti contrari, mancanza di cibo e sfinimento e migliaia di Km.

Però si è fermato sul Polcevera e ha deposto le sue uova, così semplicemente, sulla sabbia,senza nido, dopo neanche 50 giorni i suoi piccoli saranno in grado di riprendere il viaggio verso nord e partiranno con i genitori.

Quale grandioso disegno! Come siamo piccoli di fronte a tutto questo.!

Le nostre istanze, i nostri ticchi e le manie sembrano nulla se confrontato alla determinazione del"Corriere Piccolo" questo è il suo nome. Ma noi ci sentiamo un po' come lui, facenti parte del grande disegno, dalla parte giusta e perciò troveremo nella ns natura , quella umana, la forza e la determinazione di vincere venti contrari, cacciatori, sostanze nocive e sfinimento e decine di anni per salvare i ns figli dall'abbandono e dall'emarginazione.

AUGURI

Danilo

La canzone che ascoltate è una trasposizione in musica della favola iniziale del libro "Una vita (im)possibile".

E' dedicata a Michele per primo e poi a tutti i bimbi come lui.

Musica e parole ci sono state donate da Bruno Coli e Stefano Curina a favore della ricerca per la Lesch-Nyhan.

La voce è del maestro Bruno Coli, al pianoforte.

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Ascolta la mia voce

Queste poche righe sono tratte da una lettera che un giovane uomo affetto da Sindrome di Prader-Willi scrisse poco prima di morire.

...Noi abbiamo sentimenti, sogni e pensieri personali
Noi abbiamo un cuore, un'anima, mente e spirito ed abbiamo bisogno di te per riuscire a capire noi stessi. Comprensione ed attenzione sono le due cose più importanti che ci potete offrire.
Alle scuole superiori i miei compagni non hanno capito né l'una né l'altra cosa.
Io amavo imparare!
A scuola ho provato tanto tormento e dolore solo perché avrei voluto imparare di più. A scuola era difficile controllare la sensazione di fame.
Era duro vedere i miei compagni mangiare snacks.
Ho provato ad ignorarli come meglio potevo, ma questo mi agitava, così incominciai a "rubare" cibo, sia a scuola che a casa.
Non volevo essere un "ladro", semplicemente non riuscivo a controllare il mio desiderio di cibo. Mio padre è un medico e mia madre un'infermiera.
Se io fossi lasciato solo, mangerei qualsiasi cosa che potrei.
Penserei continuamente al cibo, vedo cibo dappertutto: in TV, a scuola, a casa, sulla pubblicità. Nello stesso modo "ruberei" cibo anche ai miei fratelli e sorelle.
Io non ho controllo!
E' come se dei denti affilati sbranassero il mio stomaco, come fanno i "piranhas".
Proprio come in questo momento!
Io ho bisogno che qualcuno tenga le credenze chiuse e che mi tenga attivo in modo da poter controllare il mio peso.
Io voglio divertirmi durante la mia vita!
Io ho diritto di avere le stesse scelte di vita che avete voi.
Se il Governo ha le possibilità di gestire situazioni di crisi, perché non può prevenirle proprio sul nascere?
Ho bisogno di tutto l'aiuto possibile, ma ne ho bisogno ora, prima che diventi una situazione di crisi.
Io voglio vivere e sono sicuro che tutti voi volete la stessa cosa per i vostri figli.

John Hudson Symon

Una storia Sufi


Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne. L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario pensava al da farsi. Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che l'asino era ormai molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo. Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l'animale dal pozzo. Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo l'asino.

Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo. L'asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con lui e pianse disperatamente. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l'asino rimase quieto. Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso da quello che vide. Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l'asino se ne liberava, scrollandosela dalla groppa, facendola cadere e salendoci sopra. In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l'asino riuscì ad arrivare fino all'imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.

La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra. Principalmente se sarai dentro un pozzo. Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di dosso la terra che si riceve e nel salirci sopra.


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Come una rosa blu di Gerda Klein
Questa poesia ci è stata data da una mamma

Jenny è una bambina...
Un'adorabile bambina.

Se i capelli le cadono sugli occhi,
li scosta.
Ma la mano
non va dritta alla fronte.

Prima si curva come un fiore
al primo schiudersi dei petali.
Poi scosta i capelli
dagli occhi.

Jenny è diversa. Diversa?
Sì, diversa da quasi tutte le altre.

Ma chi ha detto che tutte le persone
debbano essere uguali?
Pensare, agire, apparire uguali?
Per me Jenny è una rosa blu.

Avete mai visto una rosa blu?
Ci sono rose bianche
e rose rosa, e rose gialle,
e un'infinità di rose rosse.
Ma blu?

Un giardiniere sarebbe felice
di avere una rosa blu.
La gente verrebbe da lontano
per vederla.
Sarebbe rara, diversa, bella.

Anche Jenny è diversa.
Ecco perchè, in qualche modo
è come una rosa blu.

Ci sono molte cose che Jenny non capisce.
E ci sono molte cose di Jenny
che gli altri non capiscono:
che Jenny è come un gattino senza coda;
che Jenny sente una musica diversa;
che Jenny ha le ali corte;
che Jenny deve essere protetta.

Jenny è come una rosa blu,
delicata e bellissima.
Ma le rose blu sono così rare
che sappiamo poco, troppo poco.

Sappiamo solo che hanno bisogno
D'essere curate di più.
Di essere amate di più.